
Cristoforo Colombo era una persona estremamente antipatica, puntigliosa, arrogante, pignola fino all’eccesso, senza il minimo senso dell’umorismo, ottusa e pedante. Insomma, era un po’ uno stronzo. Oggi quello stronzo è considerato un eroe, un genio, un visionario, e addirittura una nazione intera, la patria dei narcotrafficanti, porta il suo nome. Ultimamente ho avuto la sfortuna di imbattermi in questa odiosa pubblicità in cui un attore con un naso importante lo fa passare per un simpaticone. E lo sterminio dei nativi americani? Se lo sono dimenticato tutti? D’accordo, la colpa è sua solo indirettamente, ma io mi ricordo di come trattava i cosiddetti “indios”, neanche i nazisti con gli ebrei erano così stronzi (continuo a ripetere questa parola e mi scuso con i benpensanti, ma non riesco a trovare un termine migliore). La Storia, quella con la esse maiuscola, è stata generosa e magnanima con lui, e si è dimenticata di me. Nessuno sa chi sono, nessuno conosce la mia storia, nessuno mi ferma per strada per chiedermi un autografo o per stringermi la mano. Eppure molte persone che incontro ogni giorno sarebbero diverse se io non fossi mai esistito. Forse starebbero meglio, forse i loro polmoni sarebbero meno marci, forse non avrebbero quella fastidiosa tosse, ma non è questo il punto. Io ho cambiato il Mondo, e nessuna Barbara D’Urso mi ha mai telefonato per chiedermi di fare una comparsata televisiva. L’avessi saputo al tempo, avrei scaraventato Colombo giù dalla Santa Maria, mi sarei diretto con piglio deciso al timone, avrei gridato “AMMUTINAMENTO” ai miei compagni, e oggi la Colombia si chiamerebbe Jerezia.
L’avrete capito, il mio nome è Rodrigo de Jerez, sono stato il primo fumatore europeo. Su Wikipedia potete trovare alcune informazioni su di me, ma incomplete e inesatte. Tanto per cominciare, nessuno si è preso la briga di scrivere la data di nascita e di morte, inoltre io ad Ayamonte non ci sono mai nemmeno stato, ero di Huelva (e ci tengo a precisarlo). La cosa che più mi fa arrabbiare però è quel “si dice che sia stato lui il primo fumatore di tabacco europeo”. Si dice? Ma mi prendete per il culo? Studiate, informatevi, leggete! Ho moltissimi testimoni pronti a giurare sulle loro madri che sono stato davvero io, primo fra tutti gli europei, a farmi una bella sigaretta dopo il caffè (il primo bevitore di caffè era un nostro compagno di viaggio, Luis, adesso vive a Madrid e fa l’agente immobiliare). Cosa mi ha riservato il destino per il mio gesto rivoluzionario? Sette anni di carcere! Triste storia, la mia. Tornato in Spagna, passavo i pomeriggi a fumare (non c’era ancora la televisione a quel tempo), e quei maledetti bigotti dei miei vicini di casa, vedendo il fumo uscire dalla mia finestra, si spaventarono e avvertirono la Santa Inquisizione. Bussare alla porta di casa e chiedere con gentilezza il perché delle nuvole di fumo, no? Fatto sta che mi beccai la mia bella condanna per “attività demoniache”, e mi rinchiusero in una puzzolente prigione andalusa, tra assassini e truffatori. Per sette anni! Avete idea di cosa significhi passare sette anni senza sigarette? Dio, che rabbia! Quanta ingiustizia nella mia vita!
Uscii di prigione, e l’amara scoperta fu che l’abitudine del fumo aveva preso piede, e un mio concittadino su due fumava. Nessuno mi chiese scusa, cattolicissima e ipocrita Spagna della malora! Questo mi ha riservato la vita, come a volermi punire per aver fatto ammalare molti esseri umani altrimenti sani. La legge del contrappasso. Eppure anch’io avrei diritto a un po’ di notorietà, no? Forse sto delirando, e mi scuso, ma a volte vorrei semplicemente morire in pace, andarmene in una nuvola di fumo, e finirla una volta per tutte con questa anonima e grigia esistenza. Ma chi sono io per giudicare e per trarre conclusioni? Sono solo uno spettro, il fantasma che esce dalle vostre bocche ogni volta che vi fate una tirata.
AUTORE: SPECK
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